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martedì 16 marzo 2021
Prof. Luca MercalliDocente de “Il cambiamento climatico: un approccio interdisciplinare” presso la Scuola di Studi Superiori “Ferdinando Rossi” nell’Università degli Studi di TorinoPresidente della Società Meteorologica ItalianaDirettore della rivista Nimbus
Si è conclusa la seconda Lezione dal titolo “Transizione ecologica e tutela dei Beni comuni” che ha visto coinvolte centinaia di studenti degli Istituti partecipanti all’iniziativa.Il Prof. Luca Mercalli ha condotto la Lezione sviluppando un’attenta, meticolosa e ricercata analisi scientifica degli scenari climatici futuri e i relativi rischi che dovranno essere affrontati dalle future generazioni e da quelle che, già oggi, subiscono le conseguenze di soluzioni disfunzionali al cambiamento climatico in atto, il cui sviluppo può essere definito al limite del catastrofico: rapido, inedito, incognito. Globale.Partendo dalla correlazione osservata nella precedente Lezione, tra le emissioni di gas climalteranti e variazione di temperatura, i climatologi hanno sviluppato modelli matematici di simulazione che identificano lo spettro degli scenari climatici futuri, funzionali alla serie storica dei dati, proiettati su lungo periodo, fino al 2100. Tra questi è possibile osservare quattro categorie di scenari dalle quali dedurre le variazioni di temperatura medie globali. La prima è rappresentabile con un rallentamento seguito da una saturazione a 2 °C; uno scenario sostanzialmente prudente, rappresentante l’applicazione dell’Accordo di Parigi 2015. L’ultima, la peggiore, è rappresentabile con un’accelerazione fino a 5 °C; uno scenario catastrofico che renderebbe il pianeta Terra invivibile. L’analisi di codesti scenari ha indotto l’implementazione di modelli matematici in grado di stimare il rischio climatico associato ai danni derivanti dagli effetti che il cambiamento climatico in atto manifesta periodicamente: alluvioni, uragani e tornado, incendi boschivi, siccità estrema, aumento del livello dei mari e maree – in particolare nella Laguna di Venezia – rappresentativi dell’incremento esponenziale della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi nonché dell’irreversibilità dei danni derivati.Evitare l’ingestibile, gestire l’inevitabile. Si potrebbe riassumere in questa frase l’implementazione delle linee di intervento propedeutiche la riduzione del rischio climatico. Evitare l’ingestibile, cercando di allontanarsi il più possibile dallo scenario catastrofico attraverso azioni di mitigazione (passaggio alle energie rinnovabili, miglioramento efficienza e conservazione energetica, mobilità sostenibile ed efficiente); gestire l’inevitabile, attraverso azioni di adattamento a scenari meno estremi ma non privi di rischi (ricollocazione aree urbane, infrastrutture a protezione dei centri abitati, salute pubblica). Due fronti inevitabilmente convergenti a sobrie e razionali soluzioni, sia locali che globali, la cui applicazione è fortemente ostacolata dalle profonde disparità intercontinentali di emissioni di CO2 pro-capite che vedono i Paesi con elevato tenore di vita (e di spreco) quali principali, talvolta unici, responsabili. Sono necessarie, quindi, opzioni di sviluppo economico che possano favorire un progressivo riequilibrio nonché una rapida riduzione delle emissioni. Tuttavia, la disciplina economica non ha saputo gestire l’evolversi della situazione e solo nell’ultimo periodo ha riconosciuto nel cambiamento climatico la possibilità di avere una severa e sistemica distruzione dell’Economia globale.Tra le soluzione il Relatore ha evidenziato: la necessità di accelerare il processo di riqualificazione energetica degli edifici, riducendo la massiva e talvolta incontrollata cementificazione; la riduzione dei viaggi aerei, estremamente inefficienti ed energivori; l’adozione di strategie di mobilità più sostenibili e un progressivo sviluppo dell’auto elettrica alimentata da energie rinnovabili, piccola e leggera; l’adozione di piattaforme di telelavoro e teledidattica capaci di indurre una riduzione dei quotidiani micro-spostamenti; riduzione del consumo di carne soprattutto derivante da allevamenti intensivi, responsabili del 15% delle emissioni globali. Soluzioni affini alle opzioni di sviluppo e agli adempimenti promossi dall’Unione Europea attraverso l’Agenda 2030 e lo European Green Deal 2050.È il tempo, quindi, il fattore critico. Non c’è più tempo e non c’è un pianeta di riserva.È necessario accelerare la transizione ecologica.Ora o mai più.La Lezione si è, quindi, conclusa dando agli studenti la possibilità di interagire direttamente con il Relatore. Le curiosità risolte hanno lambito tematiche legate a svariate discipline (Fisica, Filosofia, Economia, Ingegneria etc.) e hanno indotto profonde riflessioni nelle quali l’Essere Umano risulta essere origine di un cambiamento unico nella Storia il cui esito deve favorire lo sviluppo di nuovi nonché più equi modelli sociali ed economici.